Nel ricordo del 32° anniversario della sua morte
(21 settembre 1990 - 21 settembre 2022)
di Francesco Domina
area legalità, bullismo e cyberbullismo
Era la mattina del 21 settembre 2022 e i tenui raggi del sole annunciavano l'inizio dell'orario scolastico. Un giorno denso di attese si affacciava all'orizzonte e le strade si riempivano di macchine che testimoniavano gli impegni a cui ognuno era chiamato. Genitori attenti attendevano l'inizio delle lezioni, tenendo la mano dei propri bambini, sull'uscio d'ingresso della Scuola dell'Infanzia di Collesano, prima tappa di un itinerario che doveva abbracciare i vari plessi dell'Istituto Comprensivo di Collesano e Scillato.
In questo giorno, a trentadue anni dall'anniversario della morte del giudice Rosario Angelo Livatino, tutto era pronto: immagini, cartelloni, pensieri scritti dagli alunni attendevano l'ora esatta per essere letti e commentati. Prima di questo giorno in tutti i plessi dell'Istituto era stata affrontata e approfondita la figura del giudice Livatino, martire della giustizia e difensore della verità, vero modello per gli insegnanti e tutti gli studenti. Come scriveva, in una frase davvero suggestiva, Hans Georg Gadamer "la cultura è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire, diventa più grande".
Questo vale soprattutto quando si diffonde la cultura della legalità, ovvero il rispetto delle regole per la costruzione del bene comune e di una società migliore. In questo tentativo insopprimibile dell'uomo i bambini, i ragazzi che frequentano le nostre scuole sono e debbono essere i veri protagonisti, gli attori di questa costruzione di una società migliore. La scuola, in questo senso, diviene quindi una fucina di idee, un laboratorio creativo di nuove prospettive per la costruzione della nostra società. Varcando la soglia della scuola dell'infanzia di Collesano mi ero subito accorto che nell'aria si respirava un senso di sana agitazione.
I bambini piccoli, accompagnati da tutte le insegnanti, erano ormai pronti per realizzare l'orchestra della legalità. Ognuno brandiva in mano il suo strumento della legalità che doveva servire per creare una musica nuova per costruire un mondo migliore. Violini, trombette… tutto era stato preparato ad hoc per creare una vera e propria orchestra. Sull'albero che delimita l'ingresso della scuola dell'infanzia era stata posta una bellissima immagine che ritraeva il giudice Rosario Livatino con la sua toga nera e tanti bellissimi fiori colorati adornavano questa pianta rendendola un vero e proprio giardino fiorito. Sulla sinistra un grande cartellone, realizzato con colori a tempera azzurri, il colore del cielo, che recitava questa scritta: l'Orchestra della Legalità.
Anche nel plesso della Scuola primaria di Collesano si respirava nell'aria un fervido entusiasmo. I led luminosi dell'apparecchiatura elettronica lampeggiavano al suono della musica e i microfoni attendevano ormai il loro utilizzo. Sulle note del canto "pensa" di Fabrizio Moro i bambini si erano riuniti nel salone e, con varie gesta delle mani e del viso, seguivano, canticchiando, le parole di questa canzone che invita alla non violenza e al rispetto della dignità dell'uomo. Giada, una bambina della Scuola primaria, tenendo in mano il microfono, forse con un po' di emozione, aveva letto queste parole: “Oggi siamo qui riuniti per ricordare il sacrificio del giudice Rosario Livatino, un uomo buono e giusto che ha servito lo stato dedicandosi con impegno e dedizione al suo importante lavoro.
Era la mattina del 21 settembre del 1990 quando il giudice Rosario Livatino veniva ucciso dalla mafia. Quel giorno, come suo solito, viaggiava da solo, senza scorta, sulla sua Ford Fiesta rossa per recarsi presso il tribunale di Agrigento, quando venne affiancato da alcuni killer. Rosario cercò di fuggire nella scarpata ma venne raggiunto e ucciso. Egli ripeteva: "Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili". (Rosario Livatino) La sua umiltà, il senso della giustizia, il valore delle regole, l'impegno per lo studio e il suo rispetto per gli insegnanti rimangono ancora oggi come esempio per tutti noi. Grazie giudice Rosario Livatino per il tuo sacrificio e per il tuo esempio di vita!”.
Altro momento importante, e di grande rilevanza simbolica, era stato l'ascolto e il canto dell'inno di Mameli. Tutti allinpiedi, con la mano sul cuore, avevano cantato le parole nell'Inno nazionale e con un tocco di sano patriottismo ognuno si era riscoperto membro di un unico stato, lo Stato Italiano. Nella Scuola secondaria di primo grado di Collesano tutti erano riuniti nel salone per ricordare il giudice Livatino. Su delle sagome a forma di angeli erano state scritte delle riflessioni per valorizzare l'evento e nei giorni precedenti era stata approfondita la sua figura.
Anche nel plesso di Scillato vi era aria di fermento: gli insegnanti dell'Infanzia, della Primaria e della Secondaria di primo grado, insieme a tutti gli studenti, avevano dato vita a tante attività: cartelloni, il coro dell'inno nazionale… Davanti agli occhi di tutti risaltava anche l'immagine del giudice Rosario Livatino, racchiusa in una cornice marrone chiaro, quasi come un'immagine preziosa contenuta all'interno di uno scrigno.
RINGRAZIAMENTI
Ho raccolto anche la testimonianza di tanti alunni sul perché di questa giornata e su come l'hanno vissuta. Il sorriso sui loro volti è valso più di mille parole. Il nome di Rosario Livatino, per loro sconosciuto fino a poco tempo prima, è divenuto parte della loro vita e del loro cuore.
In questi giorni in tanti plessi dell'Istituto è stato preso come simbolo di accoglienza la farfalla, segno di rinascita e di libertà. E "se la farfalla ci insegna a volare la Scuola ci insegna anche ad imparare". Trattare a scuola i valori della legalità, della giustizia, del rispetto per tutti gli uomini possono essere per gli studenti e gli insegnanti un’occasione di crescita personale e comunitaria. Questa giornata che abbiamo vissuto si è posta proprio su questo orizzonte e attende di dare il suo frutto…
Alla fine di questo articolo non resta altro che ringraziare di cuore il Dirigente scolastico dott. Mario Veca per averci donato la conoscenza di questa nuova figura, l’ins. Antonella Cuccia - area Ed. Civica, l’ins. Nuccia Signorello - area 2 Promozione culturale della scuola, l’ins. Roberto Vincenzo Caruso, che cura il sito dell’Istituto e tutti i docenti e gli alunni dei vari ordini di scuola (Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado) che hanno collaborato alla realizzazione di questo evento incentrato sulla legalità.